Spett.le Comune di Comiso
Il presidente del Consiglio Comunale
Avv. Manuela Pepi
Il Sindaco
Prof.ssa Maria Rita Schembari
Oggetto: Mozione consiliare per l’avvio di azioni di richiesta del ritiro del disegno di legge di modifica della legge regionale 15/2022.
Premesso che
in data 19 febbraio 2025 la VI Commissione Legislativa dell’ARS “SALUTE, SERVIZI SOCIALI E SANITARI: Sistema sanitario regionale, tutela della salute, igiene, politiche sociali, volontariato e terzo settore, previdenza ed assistenza sociale” ha esitato il testo del disegno di legge dal titolo Modifiche e integrazioni alla legge regionale 8 agosto 2022, n. 15“Norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo”;
che il disegno di legge di cui sopra sarà in discussione in aula all’Assemblea Regionale Siciliana nelle prossime settimane;
che le modifiche in esso contenute segnano un considerevole arretramento nella direzione della strategia di lotta al fenomeno del randagismo eliminando alcune delle previsioni originarie della legge in vigore e identificando come soluzione primaria del problema la destinazione in canile dei randagi prelevati, abbandonando il percorso di civiltà e la coniugazione della tutela del benessere animale alla lotta al fenomeno;
che le previsioni del disegno di legge di cui sopra sembrano comportare nel breve e medio periodo un incremento vertiginoso dei costi per i Comuni senza che siano previste risorse aggiuntive alle attuali o contributi a copertura degli extra costi prevedibili;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione del dovere della Regione di garantire la presenza di rifugi sanitari pubblici almeno uno ogni 500 mila abitanti garantendo in ciascun capoluogo di libero Consorzio comunale e Città metropolitana la presenza di almeno una struttura nonché l’eliminazione dei fondi per realizzarli;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione del riferimento al volontariato, prima unico partner delle istituzioni in quanto non soggetto a scopo di lucro, aprendo ora ai privati che possono entrare in questo nuovo “mercato” ovviamente marginalizzando. Un’attività pubblica prima supportata eventualmente da volontari diventa un servizio come tutti gli altri;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione del prelievo dei gatti vaganti, evidentemente considerati non più presenti sul territorio;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione del termine di 60 giorni per provvedere all’affido, adozione e reimmissione dei cani prelevati, consentendo così di operare senza termini temporali;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione della Banca Dati regionale del DNA, misura che mirava a individuare i randagi frutto di abbandono dopo cucciolate di cani padronali;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione delle case famiglia per cani, una delle modalità con cui i Comuni usufruivano del supporto dei volontari per gli stalli temporanei in attesa di adozioni risparmiando notevolmente sui costi da trasferimento in canile;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione dell’obbligo di un addetto all’accudimento di animali e pulizia ogni 80 cani, di presenza di schede informative nei box, di apertura in tutti i giorni della settimana per favorire le adozioni. Quando le strutture si affidavano ai volontari era necessario un minimo di addetti da rispettare, ora che si apre al mercato privato i paletti minimi spariscono;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione dell’obbligo di presenza di un assistente veterinario e di reperibilità notturna e festiva nei rifugi sanitari;
che la norma in oggetto prevede che “Al fine di favorire le adozioni” si passa da 14 ore di ricevimento articolate obbligatoriamente sia in giorni feriali che nel fine settimana, così da garantire accesso a tutti i target possibili di interessati, a sole 5 ore nell’arco della settimana che potrebbero paradossalmente essere previste tutte in un giorno, limitando quindi fortemente l’accesso alle strutture. Anche in questo caso, ora che le strutture non sono più destinate principalmente alla gestione dei volontari, si alleggerisce il carico sui privati, in un chiaro quadro di commercializzazione dell’assistenza. Ovviamente ci guadagnano i gestori privati delle strutture, che hanno meno obblighi, ma non certo i Comuni, che riducono i tempi utili a fare adottare i cani e quindi a ridurre progressivamente i loro costi. Così invece si aumentano le possibilità che i cani restino in canile per sempre.
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione la possibilità di affidare il randagio a chi lo ha segnalato se disponibile. Si va direttamente al canile, con buona pace dei Comuni che ricorrevano a questa misura per non morire soffocati dai costi;
che la norma in oggetto prevede che la procedura abituale passa dalla reimmissione sul territorio, come era prima, al trasferimento in canile, che adesso è diventato la soluzione al problema;
che la norma in oggetto prevede che “Allo scopo di favorire il processo di adozione, le convenzioni per la custodia dei soggetti prelevati sul territorio devono prevedere un meccanismo di corresponsione decrementale che preveda il relativo azzeramento entro 3 anni dall’ingresso dell’animale nel rifugio”. Quindi i cani prelevati a mandati in canile o vengono adottati o meglio che imparino a vivere senza mangiare e bere;
che la norma in oggetto prevede l’eliminazione del recupero comportamentale per i cani aggressivi o pericolosi e dunque non reimmettibili o affidabili;
i sottoscritti consiglieri comunali Gaetano Gaglio ed Erica Adamo propongono al consiglio comunale la seguente
MOZIONE
che impegna l’Amministrazione comunale a:
- Attivarsi nei confronti della Presidenza della Regione per chiedere il ritiro del provvedimento alle forze politiche rappresentate in Giunta Regionale;
- Adoperarsi d’intesa con le altre Amministrazioni Comunali del territorio per chiedere una interlocuzione con l’Assessore Regionale competente e chiedere la condivisione di una strategia di lotta al fenomeno del randagismo che assicuri la tutela del benessere animale e la sostenibilità finanziaria per i Comuni abbandonando l’idea del canile come soluzione al fenomeno;
- Mettere in atto ogni azione politica possibile per ottenere il ritiro o comunque per scongiurare l’approvazione del provvedimento in oggetto.
Comiso, 6 marzo 2025
F.to I consiglieri comunali
Gaetano Gaglio
Erica Adamo
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