Lettera Aperta per l’isola pedonale del Viale della Resistenza

al Sindaco di Comiso Maria Rita Schembari

all’assessore ai Lavori Pubblici Roberto Cassibba

 

Cara Maria Rita, Caro Roberto,

vi  chiedo scusa se mi rivolgo a voi in forma diretta e non con le ipocriti formule dettate dai ruoli, ma non voglio dare l’idea di una semplice interlocuzione istituzionale per una lettera che invece è basata sull’amore che condividiamo per la nostra città.

 Ho appreso da fonti popolari, da articoli di stampa, da cittadini colpiti e rattristati, che stiamo perdendo l’isola pedonale del Viale della Resistenza.

 Sarà che da piccolo ci andavo a giocare con mio fratello e mio padre, che mi spiegava il valore del monumento della Resistenza (noi comunisti si sa, abbiamo i nostri riti);

sarà che lì ho imparato ad andare in bici senza rotelle e a pattinare;

sarà che lì ci ho fatto le feste dell’Unità;

sarà che a Comiso ci sono tornato dopo aver studiato a Roma perché in fondo ci ho sempre voluto vivere e che quell’isola pedonale ha sempre costituito uno dei punti cardine della mia idealizzazione della città;

sarà che è vicino a casa mia e ci ho portato, nell’inevitabile passaggio del testimone generazionale, anche i miei figli col passeggino, in quei pomeriggi in cui non si addormentavano neppure con l’intercessione di elementi divini;

sarà che si trova vicino a due scuole e per gli studenti di una soprattutto, la Scuola Media L. Pirandello, costituisce una risorsa ad alto potenziale didattico, ludico ma anche di grande utilità in prossimità dell’inizio e della fine delle lezioni;

sarà che da ultimo mi sono commosso a vedere il monumento restaurato dai ragazzi dell’Istituto D’Arte nell’ambito dell’alternanza Scuola Lavoro: la pietra di nuovo bianca, gli alberi di nuovo ripristinati e ripiantati intorno al viale, l’abbattimento delle barriere che ha collegato senza interruzioni il viale ai giardini;

sarà che a seguito di questi lavori ho partecipato ad una festa degli anziani che quel tratto di strada lo ha fatto sembrare il giardino di una villa tratta da Le Mille e Una Notte;

saranno queste ed altre motivazioni più o meno profonde, più o meno condivise, che mi spingono oggi ad invitarvi a riconsiderare quello che sembra il tramonto di un frammento dell’anima della nostra città.

In un’epoca in cui il mondo si evolve verso un concetto di centro storico chiuso al traffico e trasformato in un vero e proprio centro commerciale naturale;

in un mondo in cui città vicine fanno la fortuna dei propri commercianti ed esercizi grazie alle proprie vie pedonali, una per tutte Vittoria con la sua via Cavour;

in un periodo storico  in cui le località turistiche, o che aspirano ad essere tali, incrementano gli spazi privi di traffico e di inquinamento;

per quanto possano esistere sicuramente ottime ragioni ed importanti motivi che vi abbiano guidato a queste decisioni, Noi, a Comiso, sembriamo procedere in senso inverso.

 Quell’isola è da decine di anni un patrimonio della nostra città, di generazioni di bambini, giovani e anziani. Per favore, fermatevi. Parliamone. Ma davvero è meglio abolirla, l’isola pedonale, invece che riempirla di contenuti e iniziative?

 Ognuno, naturalmente, ha la propria legittima visione della città, degli obiettivi di crescita che ritiene strategici e più facilmente perseguibili.

Prima però di sacrificare alla viabilità veicolare l’aria pulita in cui bambini, mamme, ragazzi, biciclette, anziani possono trascorrere i pomeriggi o le mattine libere;

prima di esporre il monumento in pietra all’inevitabile e devastante attacco dei gas di scarico delle automobili; prima che la pavimentazione in pietra si annerisca e rovini irrimediabilmente; prima di rinunciare ad un potenziale contenitore storico di attività ludiche, ricreative e culturali;

prima che sia troppo tardi, insomma, dateci la possibilità di riempirlo di contenuti e dimostrare come il degrado si possa combattere con l’impegno e la cultura, con la solidarietà e le iniziative, con la civiltà.

 Fermatevi, anche solo per un periodo di tempo ristretto, e, a costo zero per l’Ente, concordiamo un programma di iniziative che facciano di quest’area un motore di crescita sociale e culturale per Comiso. Se fosse necessario, non esiterò ad assumermi in prima persona l’impegno alla realizzazione di tutte quelle attività che uno spazio con la storia, le caratteristiche, l’interesse culturale e l’affetto di cui gode nella nostra città, merita.

 Vi assicuro che saranno in tanti i cittadini che ci aiuteranno a rendere viva l’isola pedonale. Diamoci la possibilità di coinvolgerli.

Comiso, Otto Agosto Duemiladiciotto

 Gaetano Gaglio

 

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