Un’altra opera pubblica studiata e progettata sulla base delle esigenze dei cittadini di Comiso si avvia alla propria realizzazione.
Si tratta questa volta della riqualificazione di Viale Europa, arteria che da qualche anno costituisce la destinazione principale di runners e walkers cittadini di ogni età che in tutte le fasce orarie giornaliere ne animano entrambi i sensi di marcia. Lo spartitraffico centrale, costeggiato da due sottili strisce gialle che separano i pedoni dal traffico cittadino, ha finito negli anni per disegnare una pista pedonale adattata alle esigenze di chi non poteva fruire di spazi appositamente attrezzati.replica iwc
Il progetto, messo a punto dall’ufficio tecnico comunale, grazie al progettista Giovanni Mustaccio, al RUP Pippo Cilia e al dirigente dell’Area 4 Lavori Pubblici Nunzio Micieli, prevede l’allargamento dello spartitraffico centrale con la creazione di due corsie che consentano la marcia in sensi opposti protette da una siepe che metta in sicurezza i runners dal traffico veicolare. Le intersezioni verranno messe in sicurezza attraverso correttivi alla sede stradale e accorgimenti cromatici per azzerare i rischi mentre ulteriori interventi riguarderanno il potenziamento e la riqualificazione, anche con attrezzature sportive, delle aree a verde limitrofe.
I lavori, finanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti e realizzati dalla ditta Edile v.n.a. di Raffadali, hanno un importo complessivo di circa 113.000 euro e la loro conclusione è prevista entro il mese di Aprile 2018.
A quest’opera tengo particolarmente, perchè l’ho suggerita e seguita personalmente dopo che il mio amico Biagio Pace mi ha opportunamente segnalato le esigenze dei runners comisani e perchè forse più di altre rispecchia la mia idea di città. Ricordo con un po’ di tristezza quando in via Veneto un’amministrazione precedente pensò bene di sostituire l’ampio marciapiede alberato con un parcheggio per auto. Ecco, quest’opera ha la visione esattamente opposta: quella di una città sempre più a misura d’uomo e di bambino e un po’ meno a misura di automobile; di una città che abbia spazi gradevoli e funzionali per vivere il tempo libro socializzando magari a discapito di parcheggi più ampi. Una bella e grande città, insomma, quella che ci eravamo ripromessi di progettare e realizzare.